Il Caritas Point di Piazza Orsini ha ospitato la conferenza stampa del presedente del Coni
Una prima volta storica, per la Coppa Interamnia. Mai, difatti – nel pur lungo e glorioso passato dell’evento di pallamano giovanile – era accaduto che un presidente del Coni (il Comitato Olimpico Nazionale Italiano) facesse visita alla kermesse teramana. È accaduto, invece, in questa edizione 2017: la numero quarantacinque. E ad accogliere Giovanni Malagò sono stati i nuovissimi locali del Caritas Point di piazza Orsini, a Teramo. Alla conferenza stampa hanno partecipato il patron della Coppa, Pier Luigi Montauti, l’assessore regionale allo sport Silvio Paolucci, il presidente regionale del Coni Enzo Imbastaro, il delegato provinciale Italo Canaletti, il consigliere della Federazione Handball Fabrizio Quaranta, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e il Vescovo di Teramo-Atri Michele Seccia.
Il presidente nazionale del Coni ha definito l’Interamnia World Cup «una manifestazione unica al mondo» e ha così motivato i suoi elogi: «il Coni si deve occupare, da una parte, di manifestazioni di alto livello agonistico, e dall’altra parte di attività di base e di sport sociale. La Coppa Interamnia è la perfetta sintesi di questi due binari». Un patrimonio sportivo ma anche culturale, con l’incontro, per le strade della città, di popoli distanti, in qualche caso persino in conflitto, ma che in nome dello sport riescono a coesistere in festosa amicizia. Il tutto grazie a una formula “low cost” tanto semplice quanto geniale: trasformare le piazze in campi di gioco e le scuole in alberghi aperti a chiunque, da ogni angolo del pianeta, voglia partecipare.
Per il responsabile della manifestazione, Pier Luigi Montauti, l’incontro nel Caritas Point è stata l’occasione per aprire lo scrigno dei ricordi. «In passato abbiamo avuto squadre giunte a Teramo in autostop e altre arrivate con l’aereo presidenziale del Senegal. C’è stata una delegazione partita dal Libano il cui aereo venne bombardato e danneggiato in volo, ma che riuscì con lo stesso velivolo a raggiungere comunque Teramo e a disputare il torneo. Sette anni fa abbiamo ospitato due Squadre della pace formate da atleti provenienti da paesi in conflitto tra loro, come le due Coree, ad esempio». Un miracolo sportivo che si ripete ogni anno. E che anche questa estate il Vescovo Michele Seccia ha salutato con particolare gioia. «Ho partecipato per l’undicesimo anno all’inaugurazione di questa manifestazione che dà lustro alla città e crea un clima culturale attraverso lo sport. Rende possibile un’esperienza di convivenza tra giovani di provenienze, culture e orientamenti diversi. È una grande ricchezza, specialmente se considerata nel contesto della globalizzazione in cui viviamo».
Da qui l’accorato appello del patron Montauti al presidente Malagò: «ci aiuti a non far morire questa manifestazione». Un appello che sembra fare eco a quello di tutto un territorio in sofferenza. «Su 417 edifici di culto censiti nella Diocesi – ha ricordato Mons. Michele Seccia – ben duecento sono stati dichiarati inagibili». Parole che hanno colpito profondamente Giovanni Malagò, il quale ha preso spunto da questi dati, e dal ricordo da parte del sindaco Maurizio Brucchi della “tempesta perfetta” che lo scorso gennaio si è abbattuta sul territorio, per notare come Teramo non sia stata particolarmente fortunata. «Perché non è rimbalzato, mediaticamente, lo stesso livello di gravità della situazione che è stato percepito per altri luoghi come L’Aquila o Amatrice, dove eventi di più forte impatto emotivo hanno ingiustamente relegato Teramo in secondo piano. Il Coni – ha poi precisato Malagò – ha carattere nazionale e non può fare favoritismi tra gli ottomila comuni italiani. Però siamo pronti ad aiutare l’impiantistica del territorio teramano con la nuova tranche del fondo “Sport e periferie”, se saranno proposti progetti che uniscono efficacemente attività di vertice e dimensione sociale. Proprio come avviene nella Coppa Interamia».