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La sostenibile leggerezza del dialogo

Il primo marzo del 2017, dalla collaborazione tra l'Istituto d'Istruzione Superiore "A. Zoli" di Atri e il Consorzio Solidarietà Aprutina, emanazione della Caritas Diocesana di Teramo-Atri, ha preso vita il progetto di alternanza scuola-lavoro incentrato sulle potenzialità del Terzo Settore. Il percorso, incentrato sulla progettazione di attività di integrazione, si rivolge a undici studenti della terza classe del Liceo Scientifico di Atri. Le attività che essi hanno svolto e che svolgeranno comprendono lezioni frontali sul Terzo Settore e sul tema dell'immigrazione, laboratori di progettazione e visite presso i centri d'accoglienza per richiedenti asilo di Atri e Cellino Attanasio gestiti dal Consorzio Solidarietà Aprutina. La prima di queste visite è avvenuta lo scorso 2 marzo presso "La Terrazza" di Atri, che attualmente accoglie quattordici richiedenti asilo provenienti dall'Africa subsahariana e dal Bangladesh. Nella cornice di una splendida giornata di sole, avant-goût della incombente primavera, gli studenti si sono confrontati con gli ospiti della struttura, ascoltandone le storie e interrogandone le prospettive future. Così le loro orecchie e i loro cuori hanno raccolto le voci di chi ha sofferto le pene del deserto, del carcere in Libia e del mare prima di arrivare in Italia, con la speranza e talvolta la certezza di trovare una migliore e più pacifica condizione di vita. Ma l'incontro è stato anche un ottimo momento per ridere insieme, per seminare amicizie e per scambiarsi pezzi di ciò che l'uomo ha di più importante: il linguaggio. Infatti, alcuni studenti hanno scambiato parole di dialetto atriano con parole di Bambara, una delle lingue più conosciute e storiche dell'Africa subsahariana. Un esempio, questo, di come sia semplice e bello il dialogo tra culture sì diverse ma tutte ugualmente magnificamente umane. "Se potessi, resterei qui tutta la giornata", così ha detto al termine dell'incontro uno degli studenti. E non possiamo non dargli ragione. Anzi, grazie alle sue parole, possiamo concludere che il benessere consiste proprio in questo: nell'allargamento dei propri confini culturali, e cioè della propria umanità, sulle ali poderose del nostro costitutivo impulso alla scoperta.

Il percorso è  quindi proseguito con il secondo incontro che ha avuto luogo la mattina del 3 marzo 2017 nella Sala convegni della Caritas Diocesana e ha visto la partecipazione di funzionari della Prefettura e della Questura di Teramo ed è stato introdotto dall’intervento del vescovo di Teramo-Atri Michele Seccia.

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