Presentato il Rapporto nazionale sugli empori della solidarietà
Sono 178 gli empori solidali attivi in Italia, distribuiti in 19 regioni; e almeno altri 20 sono pronti ad aprire entro il 2019. Nel 2017 ha servito trentamila famiglie e 105 mila persone, per un quarto sotto i 15 anni d’età. Oltre centomila le ore annuali di servizio garantite finora da 5.200 volontari. Sono i dati principali contenuti nel primo rapporto sugli empori della solidarietà, realizzato da Caritas Italiana e CSVnet, l’associazione dei centri di servizio per il volontariato, e presentato a Roma (nell’Aula Magna della Facoltà di Archittettura dell’Università Roma tre) lo scorso 5 dicembre, in occasione della XXXIII Giornata internazionale del volontariato.
All’evento ha partecipato con una sua delegazione anche la Caritas Diocesana di Teramo-Atri, che dal 6 dicembre 2012 – giorno dell’inaugurazione dell’Emporio della Solidarietà di via Tevere 20 a Teramo – è parte di questa rete.
Gli empori sono una forma avanzata di aiuto alle famiglie che vivono situazioni temporanee di povertà e spesso costituiscono un’evoluzione delle tradizionali e ancora molto diffuse (e indispensabili) distribuzioni di “borse-spesa”. L’accesso ai loro servizi avviene in base alla verifica delle condizioni di difficoltà utilizzando combinazioni di documenti (soglia Isee, Irpef) e colloqui individuali. Le famiglie fanno la spesa gratis utilizzando una tessera (elettronica o manuale) a punti da scalare, conun limite temporale di accesso, rinnovabile per almeno una volta, con l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà economica. A questo scopo, siprestanoai beneficiari anche servizi come accoglienza e ascolto, orientamento al volontariato e alla ricerca di lavoro, terapia familiare, educativa alimentare o alla gestione del proprio bilancio e consulenza legale.
A livello nazionale il rapporto ha evidenziato come gli empori siano aperti per 1.860 ore alla settimana per un totale di oltre 100 mila ore all’anno. Sono più di 1.200 (soprattutto supermercati e piccola distribuzione alimentare) le imprese che collaborano direttamente con gli empori. Da esse proviene il volume maggiore dei beni che vengono messi a disposizione sugli scaffali, anche se non tutti ne usufruiscono: il “fornitore” che accomuna la quasi totalità delle strutture è infatti il terzo settore.
Notevole la varietà dei beni in distribuzione. Accanto agli alimenti non deteriorabili, già presenti nei “pacchi” distribuiti sul territorio, gli empori riescono a disporre e hanno la capacità di gestire, mantenendo tutti i requisiti di igiene e sicurezza del prodotto: alimenti freschi e ortofrutta (in 124 servizi), alimenti cotti (in 30) e surgelati. Ma anche prodotti per l’igiene e la cura della persona e della casa (in 146 empori), e soprattutto alimenti per neonati (in 150).
Quella degli empori è una storia di volontari, che sono presenti in tutte le strutture. Sono stati 5.200 (32 in media) quelli dichiarati nell’attività di questi anni e 3.700 (21) quelli attivi al momento della rilevazione, con una considerevole partecipazione di volontari stranieri. Una storia di volontariato e di grande generosità popolare. Come sperimentato a Teramo nei giorni dell’emergenza neve e terremoto d’inizio 2017, quando l’Emporio della Solidarietà di via Tevere divenne punto di raccolta per i beni di prima necessità da recapitare nelle aree maggiormente colpite e isolate. All’appello lanciato dalla Caritas Diocesana, e velocemente rilanciato da tante persone sul web e sui social network, fece seguito una commovente mobilitazione e i locali dell’emporio teramano furono raggiunti dalle autovetture, colme di viveri, di privati cittadini e volontari giunti da ogni angolo d’Abruzzo e d’Italia, da Senigallia a Belluno.
“La complessità della povertà esclude a priori la presunzione di chiunque di disporre di una soluzione epocale”,hanno affermato nelle riflessioni conclusive il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu e il presidente di CSVnet Stefano Tabò. Tuttavia il rapporto ha certamente messo in luce tre punti di forza del “modello” empori solidali: l’essere “nato dalla capacità di mettere in discussione prassi consolidate di aiuto materiale”; l’essere un servizio non solo “benefico”, ma anche rigoroso e competente; infine l’essere il “terminale di un sistema che provvede all’aiuto materiale nell’ambito di interventi fortemente relazionali e promozionali.