Caspita, l’estate è passata così in fretta!
Quest’anno ho vissuto un’ esperienza che mi ha lasciato il segno: a luglio ho fatto l’animatrice in un campus estivo organizzato dalla Caritas e dal Consorzio Solidarietà Aprutina.
Il campus è stato pensato soprattutto per le famiglie con un reddito basso da non potersi permettere una vacanza o una baby sitter per i loro figli durante l’estate. Molte volte infatti capitava che i loro bambini restassero a casa da soli senza avere niente da fare. Ovviamente questo campus era aperto a tutti, anche alle famiglie benestanti e ci sono state.
All’inizio ero preoccupata dall’idea di avere quest’incarico di responsabilità, voleva dire essere un esempio comportamentale per tutti i bambini e io avevo paura di non essere abbastanza matura. Alla fine ho constatato che sono stati loro a darmi l’esempio.
Benchè i bambini avessero tante età differenti e tante origini diverse (Senegal, Marocco, Russia, Gambia, Repubblica Dominicana e Italia) ci siamo uniti subito! Erano fantastici e davvero simpatici! Io ero la più vicina alla loro età ero sempre in mezzo a loro, ero un punto di riferimento. Tutti i bambini mi dicevano tutto: i loro problemi in famiglia, i loro segreti, le preoccupazioni… gli davo consigli e li trattavo come se fossero miei figli.
A volte la mattina mi capitava di pensare “no oggi mi riposo, rimango a dormire” ma era più forte di me: dovevo andare da loro.
Ero dipendente dai ragazzini, dai loro sorrisi, dalla loro semplicità, umiltà, sincerità e altruismo.
Stando con loro ho vissuto momenti fantastici e indimenticabili. Una volta mi sono commossa perché una bambina mi ha detto:” Cate da grande voglio diventare proprio come te! Bella, simpatica, gentile e altruista!” .
È stato magnifico vedere come i bambini non abbiano fatto caso alla nazionalità o al colore della pelle ma si siano perfettamente integrati tra di loro.
Tra i ragazzi animatori c’erano tre ragazzi immigrati provenienti dal Senegal e dal Gambia e alcuni genitori mettevano in testa preoccupazioni e paure ai loro figli su “l’uomo nero”. Erano un po’ diffidenti nel far vivere loro questa esperienza ma i bambini superavano i brutti pensieri dei grandi e giocavano con i ragazzi africani come se fossero i loro fratelli maggiori.
Il vedere tutto ciò invitava i genitori a riflettere: questa mentalità chiusa piena di pregiudizi oggi dovrebbe essere ormai superata invece è ancora presente e trasmessa ai più piccoli.
Dovremmo imparare dai bambini in questo mondo dove ancora nel 2017 ci sono episodi di razzismo, movimenti politici contro l’accoglienza degli immigrati, la chiusura delle frontiere…
Ho notato anche che quando i bambini litigavano per qualcosa, bastava poco: un “scusa”, un “mi dispiace” per far tornare le cose a posto. Tutto il contrario di ciò che accade oggi nel mondo degli adulti e dei politici: basta una piccola cosa per accendere la scintilla che scatena la guerra e l’orgoglio vince l’uomo.
Un esempio lampante sono le guerre in Africa e le minacce tra America e Corea del Nord.
L’esperienza che ho vissuto questa estate mi rimarrà sempre nel cuore, perché mi ha dato insegnamenti importanti per la vita come apprezzare la semplicità delle piccole cose, l’importanza dell’amore verso il prossimo… Tutto ciò mi ha fatto riflettere anche sull’attualità, su ciò che sta succedendo nel mondo.
In alcune situazioni bisognerebbe pensare “Cosa farebbe un bambino?” magari la soluzione più giusta è agire come uno di loro perché “il voler bene non si compra, non si vende, non si impone, ne si può evitare. Il voler bene succede.” Come dice Jorge Amando e nessuno dovrebbe lasciarlo sopprimere dall’orgoglio, dai pregiudizi e dall’egoismo.
Caterina Barbieri
Fotogallery festa di chiusura del Campus estivo 2017, alla presenza del Vescovo Michele Seccia (14 settembre 2017):
https://www.caritasteramoatri.it/index.php?option=com_content&view=article&id=178:festa-di-fine-campus-2017&catid=79:blog&Itemid=278#sigFreeId21fe75d1e3